Marketing Organico Mik Cosentino: abbiamo iniziato dal 2018 (ecco le prove)

marketing organico mik cosentino

Tempo stimato di lettura: 15 min circa

Siccome non mi piace dire le cose e basta, sul discorso del Marketing Organico preferisco rafforzare il messaggio con un video estrapolato dall’ultimo Kick Off di Agosto 2022 caricato poi dentro la nostra X-Capsule (se non sai ancora cos’è poi ti spiego tutto passo passo).

Ecco a te il video, ascolta bene:

NOTA BENE quanto condivido qui sotto

Piccola ma doverosa precisazione: in realtà l'organico ho iniziato a farlo già dal 2015/2016

In pochissimi lo sanno ma prima di vendere prodotti HIGH TICKET come Infomarketing Lifestyle, ho lanciato – all’inizio della mia carriera del marketing online – prodotti “a basso costo” ed era il lontano 2015/2016.

  • Vedi Accademia del Network Marketing
  • Clienti a Costo Zero
  • Freedom Formula (prima edizione e primo prodotto High Ticket venduto da palco)

Io stesso all’epoca, per non far confondere la mia nuova immagine di marketer con il nuoto, iniziai a farmi conoscere proprio così: organicamente.

Lo ribadisco: era il 2015/2016.

Quindi non ho iniziato l’altro ieri. Semmai ho cominciato in “sordina”, questo sì, per poi condividere in maniera massiccia nel 2018 – ma anche con la prima edizione di Freedom Formula c’erano accenni di strategie organiche (anno 2016).

Ho voluto precisare questa cosa affinché le persone nuove che iniziano a conoscermi si possano fare un’idea ben precisa dello “storico” che abbiamo – e per chi già sa di noi, non si dimentichi da quanto siamo sul pezzo.

Così tanto per eh.

ora che ci siamo chiariti, possiamo entrare nel vivo dell’articolo 😜

Magari non ti interessa ascoltare quanto condiviso, ma il succo del discorso è che durante il video ho mostrato le prove di quando abbiamo iniziato noi a fare marketing organico ancor prima del lancio ufficiale di Infomarketing Lifestyle.

Basta vedere anche la grafica di copertina utilizzata in questo articolo.

Ma perché ho pensato di condividere questi dettagli sulla pubblicità organica?

Per il semplice motivo che ad oggi sembra essere diventato il nuovo “trend” e se ne stanno sentendo di ogni tipo, sia da una fazione che dall’altra e come al solito mi piace buttarmi nella mischia per fare chiarezza, anche perché noi il marketing organico lo portiamo avanti in modo silenzioso dal 2018 insieme alla pubblicità a pagamento, quindi non ci siamo “improvvisati”, o non ci siamo adeguati alle tendenze del momento!

Semplicemente sfruttiamo in maniera massiccia ciò che già facevamo “silenziosamente”.

E’ che adesso ovunque ti giri pare che tutti propongano sta cosa del “marketing organico”, come se tutto il resto fosse inutile, dispendioso e fuori contesto (quando non è AFFATTO così – se rimani con me, durante questa lettura potrai renderti conto di come stanno realmente le cose).

Giusto per darti altre prove, all’interno di uno dei nostri programmi formativi più venduti negli ultimi anni c’è un modulo dedicato interamente alla strategia organica.

Guarda qui:

strategia organica mik cosentino


Cioè è datato 2018… non so se rendo l’idea.

E non è stato aggiunto adesso – tutti i nostri casi studio lo possono confermare.

Anzi, a proposito di questo, ecco qui una prova schiacciante condivisa da mio fratello Gabbo dentro la nostra community proprio la scorsa settimana:


Se non ci credi puoi vedere ancora più da vicino dentro la nostra community gratuita in cui abbiamo in previsione di condividere a breve interessanti novità.

Se non sei ancora iscritto, puoi farlo ADESSO sfruttando pure l’occasione di registrarti in ANTEPRIMA ad un protocollo che a breve verrà rilasciato…

Fatte queste premesse, voglio condividerti i punti salienti che andremo a vedere insieme in questo succoso articolo.

Bene! Questi sono gli argomenti che vedremo insieme in questo contenuto firmato Mik Cosentino.

E’ un PURO contenuto formativo con l’obiettivo di fare chiarezza riguardo questo concetto ormai esploso del “Marketing Organico” e come utilizzarlo con criterio nel proprio business onde evitare di commettere qualche errore di valutazione o peggio ancora di “mal interpretazione”.

Se è la prima volta che leggi questo mio contenuto e non sai chi sono, cosa faccio ecc (mi pare strano ma può capitare) puoi vedere qualche estratto della mia storia e dei nostri casi di successo cliccando qui >

Chiarito questo… Iniziamo!

Cosa vuol dire Marketing Organico e perché tutti lì fuori ci si stanno tuffando


Non è un caso se ho voluto utilizzare questa foto perché lì fuori ci sono tantissimi marketer che ironizzano il termine “organico” associandolo alla spazzatura, come se chi utilizza questo approccio nel 2022 fosse un disperato – quando in realtà non è propriamente corretto.

E adesso ti spiego perché.

Come in tutte le cose serve criterio e giusta prospettiva, ma non tutti sanno cosa vuol dire.

Ma soprattutto non tutti utilizzano nel modo corretto le informazioni o i trend di mercato che si stanno palesando nel mondo del digital marketing in questo 2022.

Negli ultimi anni in questo panorama sono avvenuti molti cambiamenti anche a seguito degli aggiornamenti delle varie piattaforme di advertising.

  • costi per lead alle stelle
  • minor reach organica (tanto per stare in tema)
  • difficoltà di andare a profitto subito con i funnel di marketing
  • poca contattabilità da parte del target
  • email che finiscono in spam

E tutte situazioni analoghe.

Ho sentito persone dirne peste e corna su questo mondo e spesso tutte le opinioni che sono state condivise avevano un minimo comune denominatore: la scarsa conoscenza della situazione o un arrivare a conclusioni eccessivamente sommarie.

Hai presente cosa fanno le pecore quando sono in gregge e si sentono minacciate?

Basta anche solamente una pecora che va da una parte e tutte la seguono – a prescindere dove sta andando.

Idem in questo scenario.

Oh sia chiaro: non ce l’ho con te ma è doveroso mettere i puntini sulle i.

Quindi cosa vuol dire Marketing Organico?


Fare marketing organico significa utilizzare la potenza del “networking” che s’innesca grazie all’utilizzo dei social network per trovare persone potenzialmente in target per quello che abbiamo o che potremmo proporre.

Le piattaforme come Instagram, TikTok, Facebook o YouTube nascono proprio con l’intento di permettere alle persone di poter condividere dei loro pensieri o informazioni (più o meno utili) sotto forma di video o testi che poi potranno essere visti e condivisi da altri utenti iscritti.

Questo è il principio di funzionamento, e sfruttando la logica di queste piattaforme, condividendo nei propri profili social dei contenuti che abbiano un obiettivo ed uno scopo ben preciso, si ha la possibilità di poter entrare in contatto con altri utenti che potrebbero interessarsi a quanto viene mostrato.

Ovviamente la creazione dei contenuti (essi siano in formato video o testo) devono seguire una logica ed un sistema ben preciso, altrimenti si corre il rischio di “creare” tanti contenuti, che poi non portano a niente.

E’ un po’ il paradosso del “fai un video al giorno, tutti i giorni”.

Ricordi quando c’era questo “slogan” anni fa?

Ecco, il concetto è il medesimo.

Certo, essere presenti sui social è importante, ma poi bisogna anche vedere cosa condividi, a quale pubblico e se quanto metti in mostra ha una logica di funzionamento o meno.

Ecco perché si tende a “generalizzare” il fatto che “postare” sui social, ad oggi è vista come una cosa da “spazzatura”. Nel senso che non serve a niente.

Anche qui torniamo sempre ai fondamentali: dipende come lo fai, con quale obiettivo e se ha senso nel tuo contesto.

Tutto deve essere in qualche modo “contestualizzato” a quello di cui ti occupi.

Scusa Mik ma allora perché tutti si stanno tuffando in questo Marketing Organico?


A quanto pare, al momento sembra essere il trend del 2022: postare contenuti, video, stories a più non posso sperando che qualche persona che segue i nostri account si faccia avanti e chieda qualche informazione di quello che facciamo.

Mmm…

Questo perché sta accadendo?

Forse perché quando non sai fare ads profittevoli oppure offerte sexy, inizi a dire che questi strumenti online non funzionano, perciò ci si butta laddove sembra andare il gregge.

alzo le spalle


Per carità: il pubblico è diverso rispetto anni fa.

Se prima le persone avevano più tempo per informarsi, approfondire o capire un meccanismo piuttosto che un altro… ad oggi questo tempo pare non esserci più.

E’ come se si volesse “tutto e subito”. Del tipo: fammi capire se questa cosa può fare per me così poi ci ragiono sopra – senza doversi sorbire funnel e funnel interminabili con email a tutto più o chiamate dalla rete vendita (ammesso e concesso che ci sia rimasto ancora qualcuno).

Pure questa è una “mezza verità”. Nel senso che da un lato è vero ma dall’altro no, perché se così fosse, allora molte aziende che producono software per fare funnel di marketing e affini sarebbero andate in bancarotta.

Il punto è che ad oggi le barriere d’ingresso nel digital marketing si sono così assotigliate che chiunque ci può entrare ma… e c’è un grande ma, il pubblico non è stupido.

E’ in grado di capire a chi si deve affidare e chi no.

Riesce ad individuare chi ha delle informazioni utili da condividere e chi sta solamente allungando il brodo.

Ha capito che se vengono condivise sempre le stesse solite testimonianze, allora vuol dire che non ci sono altri nuovi casi di successo e quindi forse è meglio lasciar perdere.

Perciò proporsi “organicamente” senza la minima strategia, senza sapere cosa dire e come dirlo, senza sapere come potersi rendere appetibili per un pubblico di persone è qualcosa che non paga più.

Cioè non paga a prescindere.

Quello che condividi deve portare un risultato specifico ad una nicchia specifica in un tempo specifico.

Fine.

Se quello che proponi non permette di ottenere questo tipo di “trasformazione” ed il pubblico è piuttosto “resistente” da questo punto di vista (nel senso che non accoglie di buon grado la “trasformazione” o la tua “opportunità”) allora sei di fronte un grande problema.

Un problema che viene completamente amplificato dal “proporsi” con il metodo organico.

Anche perché fare “marketing organico” non equivale a postare delle robette sui social e fine: “sto facendo marketing”:

No. Quello non è fare marketing, quello è postare a casaccio cose senza la minima strategia.

E te lo dice uno che queste cose le sta portando avanti in maniera silenziosa dal 2018 – lo ripeto per non dimenticare.

Il marketing organico non è spam! (dipende come lo usi)


Giusto per continuare ad essere coerente con l’incipit di questo articolo: guarda questa stories che ho pubblicato sul mio profilo Instagram nel lontano 2020…

2020, non so se rendo l’idea.


C’è forse della pubblicità a pagamento?

No.

Faccio forse spam?

No.

E’ una delle strategie che ad oggi molti “marketer” o “esperti dell’organico” condividono sui loro profili.

Ma hanno iniziato da poco.

Massimo un anno.

Noi invece?

2020.

Siccome nel video non si vede perché me l’ha caricato in un formato diverso dall’originale, ecco qui l’ennesima prova schiacciante (che poi tanto ci sarà sempre qualcuno che avrà qualcosa da ridere 🙃) :


Ma a prescindere da questo, già dal 2018 condividevamo queste strategie dentro il nostro programma formativo di punta “Infomarketing Lifestyle” e le applicavamo su linkedin (che tra l’altro stiamo pure continuando a farlo – come pure i nostri studenti del resto).

Toh, guarda un po’:


Poi se vuoi vedere tutta la sfilza di Screenshot puoi vederli direttamente nella pagina che ti si apre cliccando il pulsante qui sotto.

(ci mette un po’ ad aprirsi la pagina ed è causato per gli innumerevoli screenshot… 😅)

Comunque… fare spam è una cosa, utilizzare in modo strategico le tecniche “organiche” è un altro.

Non ho mai detto di contattare a destra e manca persone propinando a tutti i costi quello di cui uno si occupa senza seguire un protocollo ben preciso.

E’ questo il punto.

E la cosa ulteriormente buffa è che si pensa che il marketing organico ad oggi sia qualcosa come “ripiego” perché magari le ads non girano più bene o sembra diventato difficile tracciare i dati a seguito delle nuove normative sulla privacy ecc…

Ma in realtà il marketing organico non deve MAI essere un ripiego, bensì una strategia che inserita nel proprio contesto di business permette di avere un indotto slegato dalle campagne pubblicitarie in cui l’impatto di ciò che viene generato dai semplici contenuti che vengono postati si social, permette di avvicinare un pubblico che si interessa attivamente a ciò che si propone, esattamente come accadrebbe con un funnel di marketing.

Il punto è che in questo caso il “funnel di marketing” è formato dai vari step della strategia organica che ha come obiettivo quello di:

  • innescare interesse e curiosità in ciò che viene condiviso;
  • far capire che c’è qualcosa da approfondire e che può aiutare a superare qualche ostacolo o difficoltà che si sta vivendo;
  • mostrare delle testimonianze che rendono tutto il processo ancora più credibile;
  • mettere la persona nella condizione di poter avere tutte le informazioni necessarie per fare azione ed entrare in contatto con i nostri contenuti con il fine di comprare ovviamente.

Da lì poi seguirà tutta una sequenza di step che ha l’obiettivo di capire se le persone avvicinate sono realmente interessate, per poi fissare delle call di vendita.

Ad ogni modo, quanto condiviso dovrebbe andare comunque di pari passo con una strategia di online marketing, perché per quanto l’organico possa essere efficace, e permette grazie alla condivisione delle persone di poter entrare in contatto con più utenti possibili, se si vuole scalare serve la pubblicità online.

Il marketing organico e la pubblicità a pagamento dovrebbero essere due facce della stessa medaglia.

Una supporta l’altra sia in momenti di stallo (perché ci saranno sempre – va capito come gestirli e superarli al meglio) e sia in momenti di successo in cui però non si deve abbassare la guardia.

Questo è uno degli errori più frequenti che viene commesso purtroppo.

Infatti quando si ha intenzione di sfruttare la potenza dell’organico (è realmente potente se si seguono i giusti passaggi) non lo si dovrebbe fare tanto per.

Si deve seguire una scaletta ben precisa e soprattutto si deve avere COSTANZA. Senza quella è inutile partire.

Quindi Mik mi stai dicendo che devo seguire la regola di 1 contenuto al giorno?


No, non è la regola di un contenuto al giorno perché se quello che condividi non trova senso di applicazione nella tua nicchia, non serve postare.

Bisogna condividere solamente qualcosa che è realmente UTILE a far capire al mio pubblico che io ho qualcosa di speciale per lui e che se non mi segue rischierà di perdere interessanti opportunità.

In tutto ciò va inserito anche qualche momento “ironico”, ma questo è un discorso che affronteremo in un’altra sede.

Ovviamente ciò che proponi deve dimostrare funzionare.

Se non hai “validato” – così come già insegnavo dentro Infomarketing Lifestyle –  il tuo prodotto o servizio, è inutile tentare di essere presente ovunque sui social.

Per “validare” intendo aver creato un qualcosa che porta al risultato e che viene richiesto dalle persone. O comunque nel momento in cui lo presenti trova interesse attivo.

Altrimenti non serve “postare online” sperando che accada qualcosa.

Davvero, esci dal mondo delle favole!

In tutto ciò una strategia la si deve seguire per forza, altrimenti non si ha modo di monitorare l’impatto di quanto viene condiviso.

E per strategia intendo dire conoscere a monte:

  • cosa si dice nella nicchia in cui mi trovo;
  • qual è il “sentiment” più acceso al momento e cosa posso fare per attirare l’attenzione del pubblico distinguendomi dalla massa;
  • come posso far capire che ho dei contenuti utili già “testati” da un mio pubblico di fan affezionati (questo vale se non parti da zero);
  • che tipo di leve devo utilizzare nella creazione dei contenuti (se per interazione, per ispirazione, per false credenze ecc);

Questi sono solamente alcuni dei piccoli dettagli che dovrebbero considerarsi in una strategia di content marketing nel metodo organico.

Senza queste informazioni, tutto quello che andrò a condividere rischia di non sortire l’effetto desiderato, rimanendoci male, pensando che il marketing organico è spazzatura e tutte queste cose qui…

Non nego che per certi versi il metodo organico è ben più complesso di quello che invece può rappresentare con la pubblicità a pagamento.

(non fare quella faccia, seguimi)

Meglio il marketing organico o la pubblicità a pagamento?

marketing organico e pubblicità a pagamento


Sicuramente la tua attenzione è caduta su una delle due risposte ma in realtà servono ENTRAMBE.

Per quale motivo?

Permettimi di farti capire cosa intendo dire.

Se da un lato con la pubblicità a pagamento puoi intercettare il pubblico più vicino a quello di cui ti occupi e che proponi senza che ogni giorno ti spacchi la schiena a creare contenuti… dall’altro con la strategia organica hai modo di “consolidare” quanto stai portando avanti.


Poni attenzione a quanto ti ho appena condiviso perché tra le righe c’è un aspetto molto importante: consolidare.

Comunque… se in un caso devi essere “parte attiva” del processo (metodo organico), dall’altro una volta che hai “settato” il meccanismo e funziona (funnel), non devi fare la stessa mole di lavoro.

Certo devi osservare e comprendere cosa ci dicono i KPI del funnel ma è sicuramente ben diverso e meno dispendioso dalla creazione di contenuto quotidiano: ogni singolo giorno.

Perché del resto il marketing organico è ANCHE questo.

Creazione di contenuto che:

  • intrattiene;
  • coinvolge;
  • interrompe ciò che una persona stava facendo in quel momento;
  • e invoglia a voler avere maggiori informazioni dimenticandosi di tutto il resto.

Perché alla fine è questo ciò che fa il marketing: focalizza l’attenzione sul cliente (ed anche su di te) e quello che hai da condividere.

Più la persona si ricorda di te, pensa a te quando ha quel problema… e più stai facendo un lavoro molto efficace.

Ovviamente non ci si dovrebbe limitare nel fare contenuti per acquisire sempre nuovi clienti, bisognerebbe curare anche ciò che si ha già, facendo sì che siano gli stessi clienti a fare il lavoro sporco per te, magari condividendo ad altre persone “in target” la tua presenza.

Ma questo è un tema che non possiamo di certo sviscerare qui in un articolo.

Ad ogni modo il concetto centrale che ci tengo a far passare è il fatto che in un caso (nel marketing organico) devi mantenere un impegno costante nel tempo – se questo è il tuo obiettivo.

Mentre nell’altro – con la pubblicità a pagamento – una volta che è stato settato il tutto, si tratta solamente di vedere i KPI ed agire di conseguenza.

Ovvio, sto “generalizzando”, ma il succo del discorso è questo.

Pertanto sono approcci diversi ma con la stessa base portante. Soprattutto dovrebbero esserci ENTRAMBI nella tua strategia di marketing. Non uno o l’altro.

Tuttavia se non conosco a chi mi rivolgo, cosa offro e perché una persona dovrebbe prendere una decisione nell’esatto momento in cui mi sta guardando… il mio marketing (che sia organico o a pagamento) sarà comunque debole.

Ecco perché non esiste una tipologia di marketing più o meno efficace.

Il marketing è il frutto di quello che hai pianificato di divulgare, e se il tuo messaggio:

  • è debole di partenza, 
  • non ha una promessa specifica, 
  • non da cenni di risultati tangibili 
  • e in qualche modo replicabili anche se si ha qualche dubbio iniziale… 

Puoi fare tutti i post e le ADV che vuoi ma nessuno ti darà la sua attenzione.

Del resto il gioco, alla fine della fiera è proprio questo.

Cosa ne pensa Mik Cosentino del Marketing Organico nel 2022?

il marketing organico nel 2022

Lo ribadisco: in sordina ho iniziato in modo “silenzioso” già dal 2015/2016 quando creai i primi prodotti a basso costo – tanto per intenderci e non dimenticare questi “piccoli dettagli”.


Tiriamo le somme di questo succoso contenuto che è ormai giunto al suo epilogo.

Non so se sei voluto scendere per curiosità direttamente qui in fondo per scoprire subito la mia opinione oppure ti sei letto tutte le mie personali considerazioni sul tema… fatto sta che personalmente sono sempre stato favorevole al marketing organico.

Rappresenta un ulteriore ingresso di lead all’interno del proprio business perché si ha la possibilità di sfruttare le “connessioni” con le persone.

E per marketing organico non vuol dire condividere a più non posso il proprio prodotto e “strozzarlo” nella gola delle persone a tutti i costi come se quella fosse l’unica religione.

No, questo non è fare marketing organico, questo è essere troppo “prodotto centrici”.

Ciò che si deve fare SEMPRE è ribadire quello che si fa, come lo si fa e che il “prodotto” che si propone è un semplice veicolo che permette il pubblico di riferimento a raggiungere dei risultati specifici che al momento non riesce a concretizzare.

Questo si deve fare.

Chiaramente si deve ascoltare anche la voce del mercato e comprendere se quanto abbiamo intenzione di condividere lo stiamo facendo nel modo corretto.

Mai pensare che un prodotto è immortale e che non debba subire delle migliorie o delle rivisitazioni nel tempo.

Occhio a non cadere in questa “trappola” perché è più facile di quello che pensi precipitarci dentro.

Ad ogni modo, a prescindere che si utilizzi il marketing organico o la pubblicità a pagamento, alla base di tutto deve esserci un “sistema”, un protocollo ben preciso… protocollo che noi ad esempio stiamo aggiornando e modellando sui tempi moderni.

Dopo la pandemia tutto è cambiato.

Le decisioni delle persone sono cambiate.

La loro propensione all’acquisto è cambiata.

I loro interessi sono cambiati.

Insomma, molte cose sono cambiate e se noi non le consideriamo, e non valutiamo se stiamo erogando tutto il possibile per ciò di cui hanno bisogno…allora rischiamo di essere sempre qualche passo più indietro, e in un’era così digitale non va affatto bene.

Proprio per questi motivi a breve ci saranno novità in materia, perché è giusto dare al pubblico ciò di cui ha realmente bisogno per prosperare ed utilizzare in modo sinergico e intelligente tutto ciò che porta al risultato OGGI sul mercato.

Sapere che ci sono degli strumenti e non utilizzarli a dovere solamente perché non lo si sa o perché non si ha voglia… qui entra in gioco una domanda molto semplice: perché fai quello che fai?

Se hai intenzione di prosperare… sai cosa dovresti fare, il resto sono solamente scuse.

Ah, giusto così per dire… cosa fanno coloro che hanno iniziato con il marketing organico senza una corretta strategia ed hanno spolpato i loro contatti o agito in modo “errato” non curando alcune sfumature vitali? Fanno le ads.

Ma guarda un po’!!

Non esiste solamente una strategia o l’altra. Servono entrambe se si vuole scalare il proprio business; ma bisogna farlo in modo strategico e intelligente.

Mai affidarsi al caso, mai.

In questo mondo online le cose cambiano molto velocemente e se non sei pronto a cogliere i cambiamenti e le novità, rischi di rimanere con un pugno di mosche in mano…

Perciò se vuoi avere sempre uno sguardo sulla novità e non perderti cosa condivideremo a breve…

Un importante e INNOVATIVO protocollo verrà rivelato per fare chiarezza all’interno di un mercato totalmente allo sbando.

Intanto iscriviti, non te ne pentirai.

Al tuo successo,

Mik

P.S. Guarda qui, mentre rivedevo l’articolo scritto di pugno ho ritrovato nei miei archivi una grafica che è stata poi utilizzata all’interno del modulo in Infomarketing Lifestyle – metodo di attrazione organica “new age” – in cui riepiloga i punti salienti del marketing organico.

Guarda qui:

Metodo di Attrazione New Age


Ed è stata creata da un membro del nostro team esattamente 3 anni fa.

3 anni fa. Incredibile no?

E ad oggi cosa frulla in giro come “marketing organico”?

Esattamente quanto condiviso in questa grafica.

Interessante no? 😉 

PPS. Ah giusto, non ti ho parlato della X-Capsule (forse te ne sarai reso conto dal video che c’è all’inizio di questo articolo).

Ad ogni modo ne parliamo in una delle prossime uscite anche perché se ne sentirà parlare moooolto a lungo nei prossimi tempi.

Noi siamo sempre un passo avanti (in realtà più di uno, ma restiamo UMILI), sempre (eheheh). 😜

Marketing Youtube | 3 Regole Fondamentali per iniziare a creare i tuoi video contenuti

mik cosentino marketing youtube

Se hai seguito l’ultimo articolo pubblicato sul blog Mik Cosentino, forse stai percependo un minimo di controsenso e in parte potresti avere anche ragione, perché quello che avevo condiviso era il fatto di non creare contenuti GRATIS e basta, ma di farli dietro una strategia ben precisa, specialmente nel vendere (in primis) quello che è un tuo prodotto o servizio.

Ne ho parlato passo passo cliccando qui >>

Ho esordito facendo questa dichiarazione perché quando si approccia al mondo del business online o comunque dei social network in generale, la prima cosa che si guarda (e che tra l’altro genera pure un senso di appagamento) è il fatto di poter vedere dei risultati SUBITO, e la cosa più facile ed immediata che si potrebbe percepire se non si è piuttosto avvezzi al mondo online, sta proprio nel vedere commenti, like e interazioni che si potrebbero innescare nella realizzazione di contenuti online.

Lo abbiamo vissuto tutti almeno una volta nella vita: vedere tante interazioni sui nostri contenuti e che a sua volta portano le persone a scriverci spontaneamente per avere maggiori informazioni riguardo quello che facciamo con un REALE interesse a voler approfondire quello di cui ci occupiamo… beh questo fa molto breccia nella nostra “psiche”. In particolar modo su Youtube (che non è così scontato ottenere risultati a livello di interazione).

Peccato che come dicevo, non sempre ha senso procedere in questo modo – ovvero nel realizzare contenuti – perché il rischio che si corre è quello di dare sì dei contenuti GRATIS che per certi versi potrebbero anche aiutare le persone a risolvere dei problemi o innescare delle esigenze ma… (e c’è un grande ma) se non si tiene conto pure della vendita o comunque della capacità di saper vendere quella che è una propria idea, passione o competenza… a poco ci fai con pagine social piene di contenuto gratuito, anche perché si devono costruire nel modo corretto.

L’equazione: creo contenuto + tempo dedicato per realizzarlo = non sempre i risultati sono quelli sperati.

Devo essere totalmente sincero con te, Mik Cosentino deve dire le cose come stanno, altrimenti si potrebbero innescare false aspettative.

Ecco perché oggi ho deciso di approfondire il tema marketing youtube.

Per quanto se ne possa dire, YouTube rappresenta il secondo motore di ricerca più utilizzato nel web dopo il fratello maggiore Google.

Va da sé che utilizzarlo nel modo corretto in quello che è un proprio business o competenza che sia, è FONDAMENTALE. Perché se utilizzato a dovere permette di ottenere bellissime soddisfazioni.

Chiaramente YouTube e quindi i contenuti video vanno utilizzati nel momento giusto e nel contesto giusto, altrimenti si corre il rischio di spendere TEMPO inutilmente e questo non va bene.

Piuttosto “prima” è bene saper vendere, o quantomeno sapere quali sono i meccanismi giusti e utili a riguardo, per poi passare alla fase successiva che è quella di capire (sulla base della propria nicchia) qual è lo strumento più indicato per dare spazio al marketing con l’obiettivo sia di fare branding content ma anche avvicinare un pubblico di persone a quello che è il proprio contesto.

Pure la scelta di quali contenuti utilizzare prima, quali dopo, come realizzarli, perché ecc… è MOLTO importante.

Non tenere conto di questo rischia di vanificare ogni minimo sforzo a riguardo.

E allora perché Mik in questo articolo hai deciso di toccare il tema su come fare marketing youtube e creare video contenuti?

marketing youtube

E’ risaputo che la controversia fa parte delle mie corde più preferite nel fare marketing, perché come scritto un attimo fa, nel momento in cui sai quello che stai facendo nel contesto in cui stai operando, va da sé che anche il branding content ha una sua importanza ed efficacia.

Questo non significa che da questo preciso momento in poi allora tu ti apri un blog, ci crei contenuti, apri un canale youtube – ci crei contenuti, apri una pagina facebook – ci crei contenuti e ripeti il processo all’infinito.

NO.

Prima le prime cose utilizzate con assoluto CRITERIO.

E per prime cose intendo questo:

  • identifica una tua passione o competenza che vuoi “monetizzare” in cui è REALMENTE presente una richiesta di mercato o comunque DOMANDA evidente.
  • analizza più a fondo le parole chiave che contraddistinguono la nicchia, quindi questo vuol dire cercare sui vari social network più in voga ma in primis su Google, Youtube e Facebook cosa viene fuori come risultati di quelle keyword specifiche

Prima di proseguire con il resto di questo articolo ci tengo a fare una precisazione su questo aspetto.

Di base la maggior parte delle persone che si approccia al mondo online lo fa senza un minimo criterio, senza la minima analisi, senza la minima cognizione di causa.

Ecco perché poi si fallisce miseramente quando si approccia al mondo del digital marketing.

Conoscere quelle che sono le parole chiave più utilizzate nel contesto in cui si vuole realizzare un business o qualcosa di simile, equivale ad avere una panoramica precisa del “terreno di gioco” riuscendo così a guardare pure la giusta concorrenza e cosa succede al suo interno.

Senza questo passaggio importante poi si corre il rischio di “fasciarsi la testa” di concetti, idee e false speranze che poi non si concretizzano mai in qualcosa di serio o desiderato.

Ecco perché molte persone pensano che online ci sia solamente “aria fritta” che in pochi sanno proporre con successo per ottenere risultati tangibili e credibili nel tempo.

Ma in realtà dietro una banalissima “aria fritta” si nasconde molto di più, ovvero mettere in connessione il giusto pubblico con il giusto mercato dandogli quello di cui ha realmente bisogno per prosperare, crescere e avvicinarsi ad una situazione desiderata.

Tutti concetti che mi sono riservato l’impegno e la dedizione di condividere passo passo nella pagina che ti si apre cliccando sul pulsante qui sotto.

Sembra una “baggianata” quello che ho appena condiviso ma in realtà Mik Cosentino fa sempre le cose con il giusto criterio e modo di fare.

Non lo dico io tanto per fare branding content ma lo dichiarano tutte le persone che hanno lasciato una loro personale recensione nella sezione — Mik Cosentino Opinioni >>

Ma ritornando al nostro elenco puntato, dopo aver identificato una passione o competenza e individuato le parole chiave più cercate a riguardo, i passi successivi sono:

  • considerare la strategia da utilizzare per farsi conoscere o per offrire già un “test” del proprio prodotto o servizio per attirare un pubblico di persone interessate da “trasformare” in clienti paganti per la propria realtà;
  • convalidare online la messa in vendita del proprio prodotto o servizio (questo significa attirare una cerchia ristretta di persone disposte e disponibili a spendere i loro soldi con quanto abbiamo da offrire – in tal modo si ha la possibilità di capire se cambiare la propria offerta o rivedere qualcosa a riguardo)
  • pianificare la fattibilità di un content marketing mirato su determinati social a riguardo o meno (all’inizio è sempre meglio puntare attenzione e focus su quelli che sono i processi di vendita che portano liquidità al proprio progetto per poi dedicare del tempo anche alla creazione di contenuto)

A questo punto, se hai seguito per filo e per segno quanto ho condiviso, non potrai mai e poi mai procedere per tentativi ed errori ma farai ogni azione potendola misurare e calibrare in modo preciso ed efficace senza la minima dispersione delle proprie energie e risorse.

Scusa Mik ma non è meglio lasciar perdere il marketing youtube e focalizzare la propria attenzione solamente sul vendere e basta?

Ovviamente fare soldi online è qualcosa che piace a tutti. Anche a coloro che dicono: “No no, io posso fare a meno di avere dei soldi in più in tasca!

Si certo, puoi anche farne a meno ma non credo che sia così brutto poter contare su delle entrate maggiorate ogni mese che provengono dalla creazione di:

  • video corsi online
  • consulenze online
  • prodotti digitali
  • ecommerce

E tante altre realtà che potrebbero portare dei benefici alle proprie tasche.

Tuttavia c’è da considerare anche un altro aspetto che è quello del non pensare solamente alla vendita e basta.

Te la faccio facile facile.

Se io stesso in ogni contenuto che realizzo non ci mettessi un “minimo” di valore aggiunto che effettivamente porta un utente a riflettere, approfondire dei concetti o a dire “forse dovrei prendere in considerazione quanto mi sta dicendo sto Mik Cosentino” è ovvio che non venderei nulla di che.

Ci vuole il giusto equilibrio nelle cose, lo stesso che è bene tenere nel momento in cui si ha già definito una propria presenza online, si hanno già raggiunte delle vendite a riguardo e allo stesso tempo si ha intenzione di diffondere e divulgare un proprio pensiero di marketing che permette di attirare sempre più persone interessate a quello che proponiamo o facciamo.

Ok Mik ma quando si deve usare lo YouTube Marketing?

video marketing mik cosentino

Se ci pensi bene, non aveva senso aprire questo argomento senza prima aver fatto chiarezza su quanto condiviso fino ad ora perché si sarebbero creati dei veri e propri scompensi concettuali.

Ecco perché è FONDAMENTALE avere una visione e chiarezza dall’alto nel panorama del digital marketing, altrimenti il rischio di fare mille cose alla rinfusa è dietro l’angolo, quando invece procedere seguendo un sentiero già tracciato e definito è la via maestra.

Va da sé che sulla base della mia esperienza sul campo ci sono dei momenti e criteri secondo i quali è bene utilizzare lo YouTube Marketing piuttosto che non, quindi prima di dirti “crea un video al giorno” (che a seconda del contesto potrebbe essere vista come una cosa giusta ma anche no) è bene tenere in considerazione quanto segue:

  • creare contenuti su YouTube così tanto per fare senza una strategia dietro, non ha molto senso;
  • non conta la qualità del video a livello grafico, quanto la COSTANZA. Meglio definire già a priori dei contenuti “minimi” settimanali che si è disposti e disponibili a realizzare anziché non fare nulla perché la costanza premia sempre;
  • definisci sempre un piano strategico di quelle che sono le false credenze o credenze potenzianti che vuoi installare o disinstallare nella mente del pubblico per riuscire a diffondere il tuo messaggio di marketing;

Ed è qui che di solito “casca l’asino”.

Mi spiego.

Quando si prende in considerazione il mondo di YouTube è bene farlo per un MOTIVO in particolare, che è quello del tuo POSIZIONAMENTO che vuoi trasferire nel pubblico di riferimento.

Sul serio: fare dei video così tanto per, perché li fanno tutti ed è bene essere presenti anche su questa piattaforma social (sai al momento tira, “così dicono!”)… in realtà non ha molto senso, perché le persone si fanno un’idea di chi sei, cosa fai e cosa puoi offrire come valore aggiunto.

Se appunto non definisci una tua identità ben precisa, non definisci che tipo di messaggio di marketing vuoi diffondere rispetto qualche altro concorrente… è ovvio che poi tutto quello che realizzi come contenuto non trova forza ed efficacia sul mercato.

Per questi motivi il Marketing YouTube va preso in rassegna solo se:

  • hai già CHIARO cosa condividi, a chi e perché;
  • vuoi diffondere un movimento di massa che smuove una fetta di persone verso di te in contrapposizione a quello che già viene condiviso ogni giorno sul mercato;
  • vuoi rafforzare la tua presenza online perché hai riscontrato che c’è disinformazione e vuoi fare chiarezza in merito ad un tema poco compreso e poco conosciuto;
  • hai già venduto dei prodotti o servizi in organico o comunque già sai che una fetta di persone è ben disposta e disponibile a voler spendere i suoi soldi per mettere mano a quello che proponi;

Allora solamente in questi contesti (se vuoi “monetizzare” la tua presenza online) prendere in considerazione lo Youtube Marketing è sicuramente una strada da percorrere.

Capisco che lì fuori ci possano essere dei pareri contrastanti.

Capisco che il desiderio di volersi cimentare nel video marketing per essere presente e quindi far sapere al mondo “ehi io ci sono!!” impelle dentro di te al punto tale da non riuscire a stare fermo.

Ma… e c’è un grande ma… conta poco essere presente se tutto quello che dichiari è sbagliato.

Te lo ripeto: conta poco essere presente se tutto quello che dichiari è sbagliato.

Aspetta, prima che tu possa giungere a conclusioni affrettate, permettimi di essere completamente onesto e sincero con te, altrimenti rischiamo di saltare a delle conclusioni precipitose.

Scusa ma tu Mik hai iniziato a fare video nel lontano 2016 e quindi hai usato il branding content… perché pure io non dovrei farlo?

Non sto dicendo che non devi farlo.

Dico solo che è importante essere assolutamente consapevoli di quello che si fa, altrimenti il rischio d’incappare in qualche errore o perdita di tempo è dietro l’angolo.

Io nel lontano 2016 ho iniziato a fare “timidamente” dei video con lo smartphone (e ti posso garantire che all’epoca non era usuale come oggi vedere un tizio parlare di fronte un cellulare) perché sapevo quello che stavo facendo.

Nel senso che ero consapevole del messaggio che volevo condividere nella nicchia del Network Marketing e che andava fatta subito chiarezza onde evitare di essere visti perennemente come dei “disturbatori seriali” che rompono le balle ad amici e parenti.

Avevo chiaro il contesto in cui si trovava la mia nicchia e del fatto che in pochi stavano prendendo in considerazione una via come quella che volevo intraprendere io, affinché potessi essere visto come un leader ed un punto di riferimento in quel contesto.

Poi nel tempo ho fatto le mie scelte ed ho trasformato quello da cui sono partito, ma il minimo comune denominatore che ha contraddistinto le mie intuizioni è stato sempre quello di ascoltare il mercato, sapere dove mi trovavo e cosa voleva il pubblico.

Ecco perché è letteralmente inutile pensare di fare youtube marketing se non si ha chiarezza di quello che si vuole proporre alle persone, perché ti devono ascoltare e cosa hai di diverso da offrire rispetto qualche altro “pesce grosso”.

Non è così banale come sembra riuscire a monetizzare la propria presenza online.

Ci sono persone che la fanno passare piuttosto facile ma non è così ahimè.

Non è che nel momento in cui apri un canale YouTube hai vagonate di iscritti, interazioni e commenti a non finire.

No, non funge così.

E’ molto importante avere chiaro quanto ti ho condiviso all’inizio di questo articolo, ecco perché tutto quello che condivido ha sempre una cognizione di causa dietro.

Come il fatto di saper vendere online, perché conosco davvero tantissimi YouTuber che da fuori sembrano chissà quanto fighi ma poi se andiamo a vedere il conto economico… quella è tutta un’altra storia.

Prima bisogna sapersi proporre e vendere, poi si passa a POTENZIARE quello che già sai fare egregiamente.

Non si fa mai il percorso a rovescio in cui intanto mi propongo online facendo qualcosa, poi vediamo cosa succede.

Questo approccio non porta mai a niente di buono “ahimè”! Specialmente nei giorni odierni. Il mondo è completamente cambiato, è tutto così veloce che starci dietro ormai sembra diventato IMPENSABILE, e basta mettere attenzione verso cose che non sono funzionali che… puf!! Ciao ciao buoni propositi e desiderio di fare soldi online.

Anche perché pure questo è un altro tasto dolente.

Non mi stancherò mai di dirlo abbastanza: prima si deve pensare a saper vendere, a validare una propria offerta o servizio e poi potenziare con i social network tutto quello che già stai costruendo.

E’ giusto sperimentare ma se non ho chiarezza di cosa sto facendo, se lo sto facendo bene, se riuscirò ad ottenere dei risultati concreti… poi va da sé che penserò che il mondo del business online non funziona.

Ci vuole testa e criterio ragazzi!! Testa e criterio!!

Poi se rientri tra coloro che:

  • ha già venduto un suo servizio o prodotto online;
  • ha un minimo di chiarezza su qual è il proprio cliente ideale;
  • sa quali sono i vari concorrenti, cosa fanno e come si muovono;
  • ha riscontrato del “movimento” su Youtube come “ricerca attiva” su delle specifiche “parole chiave” in merito a quello di cui ci si occupa;
  • ha ben chiara l’identità da voler trasferire al pubblico in contrapposizione a quello che viene comunicato “usualmente” da altri esperti di settore;

Allora prendere in considerazione la creazione di video online dentro un canale YouTube in cui si condivide in maniera strategica e strutturata la propria idea di mercato, passione o competenza con l’obiettivo di:

  • scardinare delle false credenze;
  • ricrearne di nuove;
  • far capire la propria idea di mercato al pubblico;
  • dare contenuto gratuito con l’obiettivo di far iscrivere le persone dentro ad un funnel di marketing;
  • prendere quota dentro specifiche parole chiave;

Va da sé che lo Youtube Marketing è qualcosa che puoi iniziare a prendere seriamente in considerazione.

In tal contesto c’è anche chi dice:

“Io non ho ancora creato nulla, so che ci sono delle specifiche ricerche per determinate parole chiave, voglio creare una mia presenza online per vendere in modo organico quello che propongo per poi spingere ancora di più… Quindi intanto inizio a creare contenuti, poi vediamo!”

Ecco, diciamo che non sono propriamente d’accordo su questo “modus operandi” perché toglie parecchio tempo in cui non sai poi se troverai modo di monetizzare quello che hai intenzione di realizzare.

Certo i contenuti restano sempre online ma quello che ribadisco da tempo è: prima la vendita, poi tutto il resto (specialmente se si parte da zero).

Perché va bene farsi conoscere ma è IMPORTANTE farlo nel modo giusto.

E questo è uno dei temi che tratto nella pagina che ti si apre cliccando qui >>

Precisata la mia “posizione” di pensiero in merito questo contesto, chiudiamo l’articolo con la promessa iniziale: 

Marketing Youtube | 3 Regole Fondamentali per iniziare a creare i tuoi video contenuti

branding content youtube marketing

Del resto è bene mantenere le promesse, altrimenti sembra che io girassi intorno ai concetti primari senza andare dritto al sodo.

Ma in realtà tutto quello che ti ho condiviso vale per qualsiasi nicchia tu abbia intenzione di conquistare, perché l’approccio che ti ho condiviso ti permette di fare le cose con elevato criterio, capendo quello che si ha intenzione di fare, altrimenti il rischio di perdere la rotta, credere di fare le cose bene quando invece si sta andando da tutt’altra parte è dietro l’angolo.

Per questo motivo il mio compito (ed il compito dei miei contenuti di marketing) è proprio quello di fare chiarezza e ribadire le cose come stanno.

Primo di tutto “non perdere tempo”.

Ma specialmente…

Regola n.1 - riposiziona te stesso rispetto al pubblico che andrà a vedere il video

Questo concetto non vale solamente nella creazione di video o di branding content. Vale come regola nel mondo del marketing in generale.

Ancora prima di scrivere un contenuto o di registrarlo o di vendere… va riposizionata la propria percezione nella mente del pubblico, esattamente come ho fatto in questo articolo.

Sicuramente ho preso un giro lungo condividendo svariati concetti, ma di sicuro la prossima volta che ti approcci al mondo del marketing lo fai con un criterio ben preciso.

Perché il marketing è anche “previsione strategica”, non è solamente una tecnica da seguire e vediamo di avere più interazioni, commenti, condivisioni e vendite.

Tutto è una diretta conseguenza di quello che si fa.

Ecco perché mettersi nella condizione di riposizionare sé stessi rispetto al pubblico che andrà a visionare i nostri contenuti è FONDAMENTALE, perché nella sua testa scatta il meccanismo del tipo: “Ok ora so che Mik Cosentino la pensa così in questo caso.”

Come mai?

Le risposte successive alle varie domande verranno date dal marketing stesso.

E’ importante che tu prenda coscienza e consapevolezza di tutto quello che ti sto dicendo perché è il modo più PRATICO per sapere cosa stai facendo e perché.

Del resto il “blocco dello scrittore” o il “non so cosa dire di fronte la telecamera” è figlio anche di tutto quello che è emerso in questo contenuto.

Quante volte ti è capitato o hai sentito una cosa del genere?

Quante volte?

E c’è mai stato qualcuno che ha dissipato i dubbi in questo modo?

Probabilmente no.

Doveva farlo Mik Cosentino.

Ed ecco che ho riposizionato nella tua mente i temi del fare youtube marketing unito ai concetti condivisi dentro a questo mondo del business online.

Capito come ci si deve muovere per raggiungere il successo in quello che si vuole proporre?

Regola n.2 - parla come se fossi davanti ad un tuo amico al bar

In molti lo dicono ma in pochi comprendono come farlo nel modo corretto.

Vedi… il fatto di dire e di utilizzare il TU quando si crea un contenuto multimediale e non, è una cosa molto sentita, non è vero?

Dai ammettilo, l’avrai sentito dire non si sa quante volte… sicuramente avrai anche sentito la spiegazione che ha portato qualcuno nel mondo online diffondere questa “diceria”.

Ed è corretta, perbacco!! Nessuno dice il contrario ma in realtà… un conto è dire di utilizzare il TU e quindi un linguaggio colloquiale quando si vuole comunicare online, ed un conto è farlo percepire correttamente.

Questo è il segreto.

Torniamo sempre lì alla propria identità e quindi al branding content.

Sembra una parola molto facile da pronunciare ed anche molto semplice da capire ma… chissà come mai quando siamo di fronte quel foglio bianco o di fronte quella videocamera in cui dobbiamo trasferire qualcosa di noi… boh è come se la teoria andasse a farsi benedire e si cerca di scopiazzare l’approccio di un nostro concorrente o di una persona che stimiamo perché vediamo che è abile e quindi anche noi vogliamo ottenere i suoi risultati.

E’ giustissima l’arte di osservare cosa fanno gli altri ed emularla nel proprio contesto ma… non sempre funziona.

Non sempre è la cosa giusta.

Sai perché? Il pubblico se ne rende conto, è questo il punto.

Il pubblico si rende conto quando ha a che fare con una persona autentica che dichiara le sue più intime intenzioni anziché tentare di copiare qualcuno sperando di raggiungere quello che desidera.

In questo 2022 non serve fare finta di sembrare qualcun altro per raggiungere fantastici risultati.

Purtroppo questa è la trappola in cui la maggior parte di chi vuole fare il content creator sbaglia: ricordiamoci che le persone hanno delle emozioni, hanno un’identità… pertanto basta poco per creare delle solide relazioni. Non serve fingere.

Questo è il segreto nel youtube marketing: creare delle relazioni VERE con i propri fan.

I like, i commenti, le visualizzazioni, le condivisioni non sono solamente dei semplici NUMERI. Sono delle vere e proprie persone che interagiscono con te piuttosto che con qualcun altro perché tutto ciò che stai condividendo trova un reale interesse da parte del pubblico disposto e disponibile a seguire te piuttosto che altri.

Peccato che pur sembrando una cosa così banale, sono veramente pochissimi coloro che la prendono in seria considerazione.

Tu lo farai?

A seconda della tua decisione dipenderanno le sorti di quello che è il tuo business futuro.

Regola n.3 - Rilassati!

“Eh fosse facile per chi già sa stare davanti ad una telecamera!!”

“Ma il peggio poi è leggere i commenti di tutti coloro che mi lasceranno un loro pensiero o giudizio del contenuto condiviso…”

“Se all’inizio di questo contenuto pensavo a come poter far crescere il mio canale youtube fino alle stelle… ora non è che sono così tanto convinto di aprirlo visto che ci sono tutta una serie di conseguenze…”

Già… conseguenze.

In realtà non sono niente di che, anche perché alla fine è solamente ciò che pensiamo accade dentro la nostra mente. Spesso è lì che scatta tutto ma nella realtà dei fatti non è affatto così.

Infatti quello che ti consiglio di fare a te che sei arrivato a visionare questo contenuto fino a questo punto è che nel momento in cui stai per realizzare un video multimediale, immagina quello che una persona si sta chiedendo nel non essere ancora riuscita ad affrontare o superare un problema che invece tu sai come arginare.

Non stare a riflettere a quello che penserà di te, a come ti giudicherà, a come verrai visto e tutta una serie di cose simili.

No non pensarlo.

Piuttosto focalizza la tua attenzione su immaginare cosa frulli nella testa del tuo potenziale cliente, e dillo come se fossi al bar con lui senza doverti costruire una presenza che non hai.

Rilassati e sii te stesso.

Questo sarà l’approccio che vincerà su tutto, puoi starne certo!!

Veloce riepilogo Marketing Youtube | 3 Regole Fondamentali per iniziare a creare i tuoi video contenuti

Prima di salutarci e lasciarti nella creazione dei tuoi contenuti che ti invito a realizzare solo se ad oggi hai già una chiara idea di come vuoi essere percepito e di quello che desidera realmente il pubblico… è bene ricordare i punti chiave fino qui trattati onde evitare di commettere qualche errore di valutazione e quindi perdite di tempo, rabbia ecc.

Ricorda queste 3 cose:

  1. Regola n.1 – riposiziona te stesso rispetto al pubblico che andrà a vedere il video
  2. Regola n.2 – parla come se fossi davanti ad un tuo amico al bar
  3. Regola n.3 – Rilassati!

No stress nella creazione di video multimediali ma solamente divertimento, strategia e monetizzazione.

Questo è il giusto approccio che devi possedere nel momento in cui vuoi sfruttare con criterio la potenza del youtube marketing.

A tal riguardo penso che il video che trovi qui di seguito possa aiutarti nel rafforzare quanto abbiamo visto fino adesso.

Buona visione!

Al tuo successo,

Mik Cosentino

PS. Capisco che questo articolo sia stato piuttosto lungo e che non sono andato subito a condividere le 3 Regole Fondamentali per iniziare a creare i tuoi video contenuti.

Ci tenevo particolarmente a fare chiarezza su di un tema che fintanto che non viene appreso e metabolizzato al meglio… è difficile approcciare nel modo adeguato.

Prima di realizzare qualsiasi contenuto multimediale si deve essere capaci di vendere.

Poi (se e solo se la propria nicchia lo sta cercando attivamente) si possono creare contenuti video strutturati in modo da innescare il giusto intrattenimento, il giusto interesse e stimolare la propensione d’acquisto.

In tutto ciò sono da considerare pure gli aspetti di lead generation ma di questo ne parleremo in un’altra puntata 😉

Poi nel momento in cui hai chiaro come creare la giusta strategia, sei anche in grado di sfruttare appieno le 3 regole per iniziare a creare i tuoi video contenuti che ti ho condiviso in questo SUCCOSO contenuto.

Se conosci qualche tuo amico o collega che potrebbe trarne beneficio dalla sua lettura, sentiti libero di condividerlo senza problemi, questa sarà cosa assolutamente gradita!

Il Content Marketing è INUTILE se non sai VENDERE. Te lo dice Mik Cosentino

content marketing mik cosentino

Se è la prima volta che capiti sul mio sito e ti stai chiedendo se ha realmente senso ascoltare quanto ha da condividere questo Mik Cosentino, allora ti invito a dare un’occhiata qui >>

In tal modo ti rendi conto chi sono, cosa faccio e quelli che sono i Mik Cosentino Corsi.

Del resto quando si vuole creare un contenuto di marketing, la prima cosa da fare è “chiarire” la propria posizione, specialmente nei confronti di un pubblico che magari non ci conosce e non ha la ben che minima idea di chi siamo e cosa facciamo.

Proprio quello che ho fatto un attimo fa.

E sulla falsa riga dell’attuale condivisione, il tema di cui voglio parlare con te oggi ha a che vedere con un argomento che a volte viene sotto considerato ma che la maggior parte delle persone che giustamente si trovano a voler condividere il loro sapere nel mondo del digital marketing pensano sia “cosa buona e giusta”.

Il content marketing è INUTILE se non sai vendere. Te lo dice Mik Cosentino in un video estratto dal mio canale You Tube che ti invito a visionare per farti capire nel dettaglio il significato di quest’argomentazione piuttosto controversa.


Quello che ho condiviso nel video è stato estrapolare un aneddoto che mi è REALMENTE successo quando ero agli albori della mia carriera come digital marketer ed
InfomarketingX era ancora nei miei lontani pensieri.

Il punto è questo: se abitui troppo bene un pubblico di persone a ricevere contenuti gratuiti su contenuti gratuiti senza alcun orientamento alla vendita… poi succede che il giorno in cui “giustamente” proponi qualcosa che possa portare ULTERIORE valore percepito al tuo pubblico (anche già pagante) dietro compenso economico, poi ti ritrovi i forconi puntati sulle chiappette.

Posso assicurarti che ci rimani piuttosto male dopo oltre un anno di supporto (non dovuto) erogato proprio per prendere a cuore il successo di ogni singolo partecipante ad un programma di formazione che ora è molto diverso rispetto all’epoca.

La cosa sconcertante è che avevo a che fare con un pubblico che già stava ricevendo MOOOLTO di più rispetto quello che invece aveva pagato e la stragrande maggioranza di questi aveva pure ottenuto risultati ripagando ben oltre l’investimento profuso per entrare in quel programma formativo.

Ho voluto precisare questa cosa perché già dall’inizio della mia carriera in questo mondo ho dato sempre dei contenuti che in qualche modo portassero nuovi risultati a chi intraprendeva il viaggio – premura che ad oggi sembra completamente persa da coloro che propongono situazioni potenzialmente simili a quello che faccio io da anni a questa parte.

Vabbè, a parte questo, nell’aneddoto che ti ho condiviso, per certi versi ero entrato nel “loop” del fai contenuto che un giorno le persone te ne saranno riconoscenti.

Ah sì ho visto!

Ma ci sta, alla fine ognuno di noi reagisce in modo differente a seconda del contesto e se io Mik Cosentino dovessi trovare un ERRORE che ho commesso all’epoca è stato proprio questo: dare di più di quello che una persona si aspettava di ricevere con la “pretesa matematica” che – in quel caso – avrebbero accolto positivamente una mia offerta futura.

Purtroppo non è stato così (e lo avrei accolto se non li avessi considerati minimamente) ma forse come dice un detto “più tratti male una persona e più ti considera”.

Sia chiaro: quanto ho appena condiviso è solamente una citazione del mondo “popolare”.

Ma forse in quel caso Mik non hai saputo vendere bene...

Probabile.

C’è da dire che quello appena condiviso mi pare un pensiero piuttosto azzardato ma è plausibile sulla base di quanto ho esordito in questo contenuto – che ovviamente è GRATUITO – ma tra un po’ ci metterò un link per farti scoprire come riuscire a vendere sabbia pure ai beduini.

In fondo se sai fare questo (vendere della merce a chi in realtà ne ha già in abbondanza) non hai bisogno di crearti un eccessivo contenuto intorno i tuoi materiali di marketing – ma questo lo andremo ad analizzare a tempo debito.

Quindi la vera domanda che ci dovremmo porre è: cosa vuol dire fare content marketing in questo mondo digital?

La cosa sembra molto semplice, per alcuni addirittura banale, ma durante questi tempi così veloci, nel 2022 le cose non saranno più quelle di sempre.

E non lo dico per fare una profezia autoavverante, lo dichiaro per tutta una serie di eventi che stanno succedendo nel mondo online, un mondo che sta evolvendo alla velocità della luce, in cui nascono opportunità dietro ogni dove e allo stesso tempo implodono in loro stesse se non vengono gestite in misura corretta.

C’è chi spinto da qualche moda del momento o visionando qualche trend di mercato (senza capirne il reale funzionamento) segue ed emula persone incontrate per caso immaginando che tutto andrà bene ma… potrà mai andare bene seguire uno sconosciuto?

Cioè capiamoci: seguiresti mai una persona incontrata per caso se:

  • non ti ispira fiducia
  • non ti rassicura
  • non si palesa esperto in quello che dichiara
  • non ha casi studio da mostrare per essere un minimo coerente
  • non ha a cuore il reale successo delle persone

Te lo richiedo: seguiresti mai una persona che farebbe le cose solamente tanto per guadagnare online senza avere a cuore i benefici del proprio cliente ideale?

Considera una cosa: quanto sto condividendo ha una reale attinenza con il content marketing, perché per quanto sia vero dire che la creazione di contenuto segue la nicchia in cui ci si trova, il cliente a cui ci si rivolge e i problemi che si vogliono risolvere…

… in tutto questo se non hai a cuore le recensioni delle persone che parlano di te, dei tuoi servizi, corsi o quello che sia… beh puoi anche allontanarti da quello che faccio perché abbiamo dei principi e valori morali completamente distinti.

Per me in InfomarketingX (ed in ogni progetto che seguo) è FONDAMENTALE avere a cuore l’interesse e la cura di chi decide di investire su di me e su quello che ho creato e sto creando.

Mi sentirei veramente a disagio nel sapere di vendere informazioni (e di conseguenza trasformazioni) che però non sono in grado di fare nulla nella vita di chi le applica.

Ecco perché fare un video al giorno come strategia di digital marketing non sempre ha senso

strategia digitale


Il punto è questo: se tutto quello che ho da condividere non è minimamente finalizzato alla vendita di un prodotto o servizio e i contenuti gratuiti che realizzo non sono strutturati tali per cui vanno a smontare delle false credenze, ne creano di nuove potenzianti e stimolano la percezione umana a dire “
cavoli forse dovrei saperne di più e quindi dovrei valutare l’idea d’investire o comunque di spendere”, allora tutto quello che sto creando come content marketing è realmente debole.

Non è facile accettare e fare proprio questo cambio di paradigma ma in realtà è la base da cui dobbiamo partire per renderci conto che “occupare” il proprio tempo a fare delle azioni che non sono orientate al giusto risultato è un rischio che in teoria NESSUNO dovrebbe prendersi.

Dentro a questo mondo del digital marketing si ha la credenza che sia per forza di cose necessario creare dei contenuti gratuiti o comunque “farsi sentire il più possibile” dalla propria community o social network che siano, che in qualche modo le persone si interesseranno e vorranno avere maggiori informazioni su quanto stiamo portando avanti.

Ma dire “quanto sia preziosa la nostra sabbia rispetto quella dei Beduini non la rende di certo speciale ed unica”.

Serve fare un’altra cosa che rivelo passo passo nella pagina che ti si apre cliccando il pulsante qui sotto.

Piccolo spoiler: ti renderai conto del motivo di questo paragone nel momento in cui leggerai la pagina linkata poco fa.

Ovviamente quello che sto dicendo potrebbe far intendere che si deve focalizzare la propria attenzione UNICAMENTE sulla vendita e quindi lasciar perdere la parte di contenuto ma… poi anche qui il pubblico di riferimento potrebbe restare un po’ diffidente e dire che “si pensa solamente ai soldi” se si punta tutta l’attenzione sul “vendere, vendere e ancora vendere” senza considerare l’aiutare coloro che non riescono a capire come muoversi a riguardo in un contesto che non conoscono.

Ed ecco che sorge il dilemma del content marketing: quando creare contenuto gratis e quando vendere?


Chi lo sa? A questa domanda sembra non esserci un’adeguata risposta quando invece il nocciolo della questione è da ricercarsi a capo della strategia di
marketing stessa.

Fare un video al giorno per coprire dello spazio disponibile come visibilità online (essa sia derivante dai social network piuttosto che da un canale YouTube o podcast) poco cambia.

Perché fino a quando non si ha la ben che minima idea di cosa dire, come dirlo e con quale obiettivo per farsi conoscere e offrire una soluzione specifica ad un pubblico di persone che potrebbe avere bisogno di quello che sappiamo, il content marketing non potrebbe mai e poi mai trovare un’adeguata applicazione.

Ma nel momento in cui seguirai la lista che ti sto per condividere sarai in grado di capire quando fare content e quando è il caso di vendere, ma anche qui va capito COME fare contenuto e come fare vendita dall’altro, perché se poi rischio di dare più attenzione ad un contesto piuttosto che un altro posso vanificare tutto quanto.

Se invece seguirai quanto sto per dirti sarai capace d’innescare il giusto equilibrio all’interno del tuo ecosistema di marketing.

  • Non iniziare a creare contenuti gratuiti se quello che vuoi condividere non ha visto ancora il becco di un quattrino (il tuo prodotto o servizio offerto deve essere già stato venduto a qualcuno prima di proporre la minima offerta sul mercato altrimenti rischi di dare vita a qualcosa che nessuno vuole)

  • Focalizza SEMPRE l’obiettivo della tua comunicazione e perché mai una persona dovrebbe ascoltarti. Rispondi alla domanda: perché dovrei continuare ad approfondire l’argomento?

  • Cosa c’è di realmente speciale in quello che vuoi condividere? Risolvi un problema specifico in un specifico modo oppure hai qualche dubbio a riguardo?

  • Quanta esperienza hai dalla tua parte tale per cui un pubblico sarebbe ben contento di seguirti?

  • Hai mai venduto qualsiasi cosa (oltre quello che vuoi condividere gratuitamente come informazioni)?

  • Saresti in grado di “vendere” le informazioni che daresti gratuitamente? Nel senso: in una scala da 1 a 10 quanto riusciresti a convincere una persona a seguire quello che hai da condividere anziché fare dell’altro?

  • Non cadere nella trappola del dare molto contenuto che però non è strutturato per stimolare l’acquisto del pubblico – rischieresti di perdere solamente tempo e vivere dentro una “subdola” illusione

  • Hai definito in modo preciso ed univoco il pubblico a cui condividi la tua comunicazione?

  • Sei al corrente dei vari concorrenti presenti nella tua nicchia? Non fare finta di essere l’UNICO a proporre qualcosa di “innovativo” se non monitori il mercato. Fai attenzione alla trappola dell’ego, è MICIDIALE.

  • Da quanto tempo sono presenti e cosa offrono? Osserva bene.

  • Hai individuato il “percorso mentale” che il tuo cliente dovrebbe fare per rendersi conto che ha bisogno di quello che offri o comunque di un prodotto o servizio specifico per superare i suoi ostacoli e raggiungere più facilmente quello che ad oggi non ha piuttosto che prostrarsi dinanzi ai tuoi concorrenti?

Ora… prenditi del tempo per meditare e riflettere su quanto ti ho condiviso perché si tratta di un qualcosa che potrebbe darti MOOOLTO fastidio – e se succede BENE così perché vorrà dire che ho toccato delle note dolenti.

Del resto la mia fama mi precede, quindi chi mi conosce sa che a volte dico cose che possono far male, ma quando succede è per far SPALANCARE gli occhi onde evitare di commettere ERRORI inutili.

Perciò tornando al discorso della lista di concetti e domande condivisa, è stata messa a disposizione per farti riflettere su cosa vuol dire un concetto soltanto: l’importanza di trovare un giusto equilibrio tra content marketing e vendita.

Infatti la strategia di marketing può realmente aiutarti


A prescindere da quello che è il servizio o prodotto condiviso, in ogni meccanismo di marketing e non che si rispetti, ci sono tutta una serie di step da tenere in considerazione onde evitare di muoversi alla cieca piuttosto che ad esempio (questa è quella più sentita) cominciare ad aprire un gruppo facebook o telegram e dare contenuto piuttosto che fare video su video sperando che possa accadere qualcosa.

La realtà dei fatti è che la vendita non accade dalla sera alla mattina.

La vendita non avviene così tanto perché è fisiologica.

La vendita deve essere “indotta” in qualche modo e fare un video al giorno piuttosto che creare contenuto gratuito in un gruppo, non fa di questa costanza un elemento vincente.

Tutto dipende da come nasce, da qual’è il messaggio di marketing, da qual’è il pubblico coinvolto e perché una persona dovrebbe continuare a decidere di “barattare” il suo tempo per delle informazioni di valore o di dare dei “soldi” per raggiungere più velocemente un risultato.

Se in questo contesto non tengo conto di aver già venduto quello di cui voglio parlare online e mi sforzo a creare tutta una serie di hype, di interesse, di intrattenimento su un qualcosa che poi magari il pubblico non è nemmeno invogliato a comprare… beh rischio di fare seriamente un buco nell’acqua.

Ecco perché all’interno di InfomarketingX ribadisco spesso questo concetto, perché di base è quasi sempre poco considerato.

  • prima devo sapere in che mercato voglio operare
  • poi posso analizzare la situazione per rendermi conto di quale possa essere la miglior soluzione da prendere in considerazione
  • l’impacchettamento di un’informazione, prodotto o servizio, spesso viene completamente sbagliato perché si crede che in ogni contesto in cui ci si trova (natura del business) valgano le stesse identiche regole – in linea di principio è anche corretto ma poi devono essere adottate delle “correzioni” per far funzionare il tutto al meglio.

Ed è proprio in questo frangente che si precipita nel “generalizzare” pensando che:

  • creare una pagina social
  • farci dei contenuti sopra
  • aprire un canale youtube
  • registrare dei video
  • aprire un blog
  • scrivere degli articoli
  • aprire una mailing list
  • fare delle email
  • aprire una community
  • realizzare dei post

Sia la strada giusta per farsi vivo e cominciare poi ad attirare attenzione in quello che è il proprio contesto personale e a cascata fare vendite a manetta come se non ci fosse un domani.

Non sempre è giusto procedere in tal senso SPECIALMENTE se ogni azione non è orientata alla vendita.

Non ha MINIMAMENTE senso essere presenti online se non si ha un pizzico di attitudine alla negoziazione.

Non sono i like o le visualizzazioni che ti fanno guadagnare sul web.

Come non sono nemmeno i commenti e le condivisioni a farti arrivare soldi sul tuo conto corrente.

C’è bisogno di molto di più ad oggi.

E non si tratta nemmeno di fare “branding” o qualche “sponsorizzata per copertura” tanto per attirare l’attenzione.

No.

C’è prima da capire la giusta impalcatura di marketing da realizzare che possa sorreggere tutto il meccanismo di vendita che porta una persona a voler REALMENTE comprare un prodotto o servizio, per poi passare alla fase in cui si creano una serie di contenuti con l’obiettivo d’innescare interesse ed attenzione intorno, mirati a convincere che quello che abbiamo da offrire è realmente la cosa migliore per quella persona.

Il content marketing e la vendita devono andare di pari passo.

Uno non esclude l’altro.

Se poi vengono fusi nel giusto mix tale per cui nel momento in cui una persona visiona del materiale gratuito e ne rimane sempre più interessata al punto da voler accedere ai contenuti a pagamento… ecco che si è innescato il giusto compromesso.

Chiaramente tutto questo non lo si può fare dalla sera alla mattina, non lo si può improvvisare, così come non si può improvvisare la vendita.

Ecco perché prima è bene partire da lei, così la conosci, ci prendi confidenza e alla fine ti rendi conto che non è nemmeno così pessima come qualcuno ti ha raccontato in qualche momento della tua vita.

Non serve essere insistenti.

Non serve avere la parlantina.

Non serve nemmeno indossare giacca e cravatta.

Al tuo successo,

Mik Cosentino

PS. Lo riconosco, questo articolo è stato piuttosto argomentato ma in tutto questo non ci dobbiamo dimenticare UNA cosa, forse quella più importante su TUTTE, che se io non ho inteso che dentro ad una specifica nicchia è REALMENTE richiesto quello che voglio condividere e proporre… a poco serve parlare di content marketing e vendita.

Queste due facce della stessa medaglia trovano applicazione nel momento in cui portano avanti la conoscenza e l’approfondimento di temi che sono richiesti dentro la nicchia specifica.

Ma anche di questo contesto ne parleremo a tempo debito.

Per il momento impara a vendere perché se lo saprai fare, poi estrapolare dei contenuti gratuiti mirati ad intrattenere, invogliare e convincere si riesce a realizzare senza troppa difficoltà.

Ma provare a creare contenuti senza saper vendere… ti dico già che è una battaglia persa ancor prima di iniziare.

Poi c’è anche chi lo fa – seppur (sotto sotto) tenta comunque di proporre qualcosa in modo “timido”.

Pure qui si potrebbe aprire un capitolo infinito…

PPS. Chiaramente quando parlo di vendita non mi riferisco ad un venditore di pentole o ad una persona insistente.

Mi riferisco a dei criteri che potrai approfondire tu stesso cliccando qui >>

PPPS. Se ti stai chiedendo come puoi trovare un adeguato compromesso tra il fatto di creare contenuto, come e quando veicolarlo senza risultare dei venditori di pentole ma peggio ancora dei buon SAMARITANI che tutto offrono innescando poi nel pubblico pure un senso di “pretesa” a prescindere… continua a seguirmi perché nelle prossime uscite settimanali avrai ulteriore chiarezza su questi aspetti apparentemente scontati ma poco compresi.